CHE COS’E’ LO STRETQING?

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Il termine StretQIng è la sintesi di due parole. Si tratta del termine inglese Stretching, che richiama immediatamente all’allungamento (e che ha dato il nome al più che noto metodo ginnico nato in America negli anni ’70) e Qi, che è la traslitterazione di un ideogramma cinese che può essere tradotto come “energia vitale” o “forza motrice”. Ma StretQIng è anche una disciplina che cerca di creare un ponte tra oriente ed occidente, due culture ormai sempre meno lontane e che hanno imparato a convivere e ad iinfluenzarsi reciprocamente. A spiegarci di cosa si tratta, nello specifico, è un testo, recentemente pubblicato da “Tecniche nuove”, che è anche un vero e proprio manuale illustrato per poter praticare concretamente questa disciplina. Gli autori del testo “StretQIng – l’arte di allungarsi, tra oriente e occidente, per essere più elastici, vitali e armonici”, sono Mauro Massaro e Marco Superbi. Il primo è un insegnante di discipline olistiche e ginnico-energetiche (dallo shiatsu, allo yoga, allo stretching appunto), mentre il secondo è un insegnante e studioso di discipline bionaturali e di metodiche corporee complementari. Entrambi tengono anche corsi di formazione in questi ambiti, in Italia e all’estero. La loro convinzione, nel proporre questa nuova disciplina, nasce dalla considerazione che “ molte persone che oggi praticano una disciplina corporea orientale hanno un’esperienza positiva ed efficace, che soddisfa appieno le proprie aspettative”. La caratteristica principale di queste pratiche è, infatti, un coinvolgimento attivo del praticante, che diviene man mano responsabile, almeno parzialmente, della propria salute, soprattutto attraverso uno stile di vita che previene i disturbi fisici, ma non solo. Lo StretQIng non si pratica quindi solo per allungare le strutture del corpo, ma per allungare ed estendere la propria energia vitale nei suoi molteplici aspetti. Questo metodo promuove un buon ascolto del corpo ed utilizza le strutture scheletriche e muscolari in maniera intelligente. Pone inoltre, cosa non meno importante, grande attenzione alla respirazione e scoraggia la ricerca della competitività e la propensione all’apparire.

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