MONGA E VARACALLI RACCONTANO LE INFILTRAZIONI DELLA ‘NDRANGHETA NEL NORD ITALIA
Elisabetta Fea
MONGA E VARACALLI RACCONTANO LE INFILTRAZIONI DELLA ‘NDRANGHETA NEL NORD ITALIA
Di: Elisabetta Fea
21 marzo 2013
“Voglio che tutti sappiano che cos’è la ‘ndrangheta. Ormai si è infiltrata in mezzo mondo ed è l’organizzazione criminale più potente e ricca”. Con queste parole Rocco Varacalli, pentito della ’ndrangheta, contattava, nel 2009 il giornalista Federico Monga, che all’epoca scriveva per “La Stampa”. Varacalli era diventato un testimone chiave in diversi processi che stavano svelando la geografia, gli affari e le infiltrazioni della ‘ndrangheta nel nord-ovest d’Italia. E’ iniziata così una serie di interviste che hanno portato alla realizzazione del libro: “Sono un uomo morto” recentemente pubblicato da Chiarelettere. Qui Varacalli racconta tutto: la scelta di pentirsi, le pressioni della famiglia, il disconoscimento, le minacce, le stragi, gli omicidi, il riciclaggio di denaro sporco e il traffico internazionale di droga. Svela, inoltre, i segreti della ‘ndrangheta al nord e come funziona l’organizzazione: dall’alta velocità, alla costruzione del centro commerciale “Le Gru” di Grugliasco (con le famiglie calabresi che stringono la mano a Berlusconi il giorno dell’inaugurazione), dai cantieri delle Olimpiadi invernali a Torino al porto di Imperia in Liguria. La sua testimonianza, giudicata attendibile da almeno due sentenze, è diventata l’architrave dell’inchiesta Minotauro che nel giugno 2011 ha portato all’arresto di 150 persone e al coinvolgimento di politici, assessori, consiglieri regionali e imprenditori. “So bene che posso essere ucciso da un momento all’altro” spiega Varacalli, “la ’ndrangheta non perdona. Ma questa è la strada che ho scelto.”