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TRA DISEGNO DI LEGGE E MATTANZE ESTIVE

E’ stata una vera e propria mattanza, quella dell’estate, nei confronti delle donne. Quasi ogni giorno, lo abbiamo letto sui giornali o ascoltato in tv, portava “alla ribalta” un nuovo caso di omicidio perpetrato per lo più da uomini, nei confronti di una loro ex (moglie, fidanzata, compagna). Ciononostante la seduta del Parlamento convocata il 20 agosto scorso, per assegnare il decreto sul femminicidio, alla prima e seconda commissione,  (si tratta della nuova legge che dovrebbe arginare il problema, visti soprattutto l’aumento vertiginoso dei casi e l’inasprimento del fenomeno), è finita in una bagarre. I pochi parlamentari presenti, in tutto 104 (gli altri forse non si sono degnati di interrompere le vacanze per questioni così futili) hanno avviato una polemica sterile e senza senso contro la presidente Laura Boldrini, tacciata soprattutto di aver spacciato questa convocazione come una vera e propria riapertura dei lavori, per una forma di protagonismo personale. In particolare il Movimento 5 stelle e la Lega. Uno dei grillini l’ha accusata di “strumentalizzare omicidi di donne per farsi un po’ di pubblicità”. A poco è servito che la Boldrini abbia spiegato (ma un parlamentare queste cose non dovrebbe saperle?) che dal momento in cui il governo trasmette un decreto alle Camere, non possono passare più di cinque giorni prima che queste si riuniscano e che quindi essere presenti era un dovere costituzionale. La legge in questione è quella che dovrebbe (giustamente) garantire più protezione alle donne che denunciano: l’allontanamento da casa del coniuge violento e l’ottenimento di diffide più velocemente per arginare molestatori  e stalker. Deterrente che in molti casi funziona. Prevede inoltre querele irrevocabili, assistenza legale gratuita per le vittime e processi più rapidi nei casi di maltrattamenti. Ad ogni buon conto, nonostante l’incomprensibile polemica, i lavori delle commissioni per l’esame del decreto sono cominciati il 27 agosto. Intanto però quest’estate le donne ammazzate quasi non si contavano più. E questa strage senza fine, continua, anche oggi. La strage delle ex, dovrebbero chiamarla.  Ormai sembra divenuta una cosa normale, quotidiana, una forma di routine. A furia di sentirne parlare non ci facciamo neanche più caso, non siamo più capaci di indignarcene. Ci stiamo assuefacendo. Di sicuro non sono più capaci di indignarsene i nostri parlamentari che, a quanto pare, preferiscono e si divertono a inscenare sterili polemiche e bisticci  che neanche i bimbetti dell’asilo quando si rubano a vicenda la merenda…  La stessa Boldrini li ha definiti appunto “immaturi”. Sicuramente immatura è stata la dichiarazione di un altro grillino che si è messo a fare i conti sui costi (tra trasporti e servizi) di una seduta di quel genere, aggiungendo che forse sarebbe stato meglio, devolvere la cifra in questione ai centri anti-violenza. Nessuno di loro è sembrato neanche lontanamente interessato al decreto in quanto tale e a quello che sta succedendo alle donne in questo paese. Sembra più che mai evidente che la maggior parte dei nostri rappresentanti non sente l’urgenza di tale problema. La cosa in fondo (in quanto appunto uomini) non li tocca da vicino e si sa che in Italia, le leggi si fanno più volentieri e più celermente se dietro c’è un riferimento (o magari anche proprio un interesse) personale. A poco è servito che Pia Locatelli, Titti di Salvo e Paola Binetti abbiano tentato di porre l’accento sull’importanza del decreto. Erano in netta minoranza, per quanto sostenute da qualche collega maschio di buona volontà. Verrebbe da dire che è facile capire come mai l’uomo medio italiano sia sovente aggressivo, prevaricatore e violento nei confronti delle donne. Se questo è l’esempio delle istituzioni…Polemiche a parte, vorrei invece ricordare, tanto per citare i casi più estremi ed emblematici dell’estate, Antonella Russo ammazzata a colpi di fucile dal marito Antonino Mensa, che non poteva accettare l’imminente separazione e che quindi ha pensato bene di togliersi lui stesso la vita subito dopo, ma davanti al figlioletto di 4 anni (regalandogli un trauma, aggiungerei, che lo perseguiterà per tutta la vita); Maria Grazia Giummo, finita a suon di bottigliate dal compagno Umbero Pantini, già considerato socialmente pericoloso (e con precedenti) e Lucia Bellucci, uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Vittorio Ciccolini (avvocato). Quest’ultimo ha ammazzato la sua ex fidanzata mentre erano in macchina fuori città e poi è rientrato a casa con il cadavere di lei seduto accanto, per occultarlo, infine, nel garage di casa sua. Sono solo alcuni esempi di quella che potrebbe essere definita, per parafrasare il noto romanzo di Garcia Marquez, la “Cronaca di una morte annunciata”. Dopo gli omicidi infatti, quasi sempre si scopre che le vittime avevano sporto (a quanto pare inutilmente ) denuncia, una o più volte nei confronti del loro aggressore. Concludo con un plauso alla Boldrini che di minacce ne sa qualcosa (avendone subite lei stessa in rete) e che ha ribattuto  agli attacchi dei colleghi dicendo “La polemica è sterile e allontana i cittadini dalle istituzioni”.  Sante parole, se si pensa alle dichiarazioni rilasciate dai figli di una delle suddette vittime (Antonella Russo). Secondo loro, ad uccidere la madre, sono state anche le istituzioni, i carabinieri e “la giustizia”, che non sono riuscite a fermare Antonino Mensa, nonostante le sue minacce di morte perdurassero, reiterate, da mesi.

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