PRAGA MODERNA

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Città d’arte dalla storia millenaria, capitale dal fascino antico, meta romantica dalle atmosfere lontane, luogo misterioso avvolto in brume di leggenda e magia, set di film in costume… Praga è notoriamente tutto questo. Lo dicono i libri, lo gridano gli spot pubblicitari, lo evocano cartoline suggestive, lo suggeriscono pellicole di successo, lo conferma chi ci è stato e ne è rimasto rapito. Ma esiste un altro volto della capitale ceca, appena sussurrato ma non meno affascinante. La “nuova” Praga che non rientra nei circuiti turistici classici, non ammicca dai cataloghi dei tour operator e si accontenta discreta dei capitoli di coda nelle guide, eppure val bene un viaggio per scoprirla. Dal liberty al cubismo, dal funzionalismo all’architettura contemporanea, il patrimonio moderno è, infatti, di grande interesse. E’ sfogliando le pagine più recenti che si assiste, inoltre, all’affermarsi di un’identità ceca, che prende forme ed espressioni altrove sconosciute.  La Praga che rompe con il passato, non lo rinnega ma nemmeno lo rimpiange. Doopo le ultime declinazioni del funzionalismo, la città si affaccia alla seconda metà del XX secolo con nuove architetture, sempre avveniristiche. Edifici moderni che nella ricerca di linee pulite e nell’abolizione del superfluo e del decoro si fanno austeri, solenni, indipendentemente dalla loro funzione. E’ il realismo socialista dell’Hotel Crowne Plaza, che richiama i grattacieli moscoviti degli anni Trenta e Cinquanta, del Planetario dalle forme classiciste ed essenziali, dell’Hotel Jalta realizzato dall’architetto funzionalista Tenzer e di molti altri monumenti improntati al regime. E’ poi il turno dello stile internazionale e del tardo-modernismo che regalano a Praga, e al mondo intero, numerosi esemplari di architettura moderna che si attiene rigorosamente alle geometrie e alle proporzioni ma arriva comunque a concedersi qualche “colpo di testa” e a rompere gli schemi, come nell’edificio Nationale-Nederlande, meglio noto come “la Casa Danzante”. La sua inconfondibile facciata perde rigidità e sembra mossa da un fremito, tanto che qualcuno in questa plasticità vede il ballo di Ginger e Fred. L’edificio, sovrastato da una cupola trasparente in filo metallico, ricorda certa architettura viennese e, accanto a quella degli architetti locali, porta la firma illustre dell’americano Frank O. Ghery (autore del famosissimo Guggenheim di Bilbao). Ci sono poi le opere di Jan Kotera e di Josef Gocar, considerato il padre del Cubismo ceco. A Praga sono opera di Kotera numerose ville private, a partire dalla propria, Palazzo Lucerna, la facoltà di legge dell’Università Carlo e alcune tombe-monumento nel cimitero ebraico. E’ di Gocar, invece, l’edificio-simbolo del Cubismo ceco -la Casa della Madonna Nera di Praga, che con le sue linee pulite e geometriche contrasta la facciata barocca e che ospita il Museo del Cubismo Ceco (www.ngprague.cz). Sua anche la chiesa di San Venceslao Vrsovice. Al pari delle opere di Gocar, sono quelle di Josef Chochol: l’elegante Villa Libusina  con la sua facciata di geometrie e simmetrie e le cosiddette Tre Case Cubiste di Rasinovo nabrezi. A Chocol si devono anche altre ville e palazzi a Vysehrad. Un discorso a parte merita, infine, il caso Plecnik. Definito “il primo post-modernista e l’ultimo classicista”, Plecnik, approdò a Praga ai primi del ‘900 per ampliare e trasformare il castello. La sua principale abilità fu quella di aver saputo esaltare la natura medievale del castello pur rendendolo funzionale alle esigenze moderne e facendone al contempo un monumento fruibile dal visitatore. Oggi infatti il castello di Praga è molto più di un capolavoro d’architettura: è il cuore vivo della città, una piacevolissima area pedonale, un cerniera tra passato e futuro, un luogo di ritrovo…  L’altra grande opera praghese a firma di Plecnik è la chiesa del Sacro Cuore, dall’architettura davvero insolita. C’è chi dice che l’edificio (nei pressi di Vinohrady) assomigli più a una stazione ferroviaria che a una chiesa, ma in realtà l’originale convivenza di elementi architettonici ispirati ai templi egizi e alle basiliche pre-cristiane ne fa un monumento unico. Costruita nel 1932, è tra le realtà architettoniche più caratteristiche e insolite della capitale.

 

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