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MUSICA IN RETE

La fruizione dei contenuti musicali via internet si è andata modificando negli anni: fattori positivi, quali l’aumento del traffico a disposizione, e negativi, quali i rischi, tecnici e legali, che la pirateria comporta, hanno convinto parte degli utenti a migrare verso servizi in abbonamento.Questi permettono la scelta tra milioni di brani che possono essere ascoltati da computer o smartphone connessi alla rete, o in alcuni casi anche trasferiti sul dispositivo ed ascoltabili senza connessione, ad un costo intorno ai 10 Euro al mese. Anche Google offre, da circa due mesi, la possibilità di sottoscrivere un abbonamento. Se prima un utente Google poteva scegliere fino a 20.000 brani dal proprio pc e copiarli in rete, in modo da poterli ascoltare da (quasi) qualunque computer o smartphone connesso, senza alcun costo, ora l’abbonamento aggiunge radio via internet e un catalogo da ascoltare paragonabile a quello di concorrenti come Spotify, Rdio e Deezer. In realtà loro sono i grandi del settore, Google è il novellino che, grazie alle ingenti risorse a disposizione potrebbe, però, bruciare presto le tappe. A parità di costi l’offerta dei concorrenti, al momento, è migliore, avendo a disposizione anche applicazioni per sistemi operativi mobili diversi da android, e avendo formule a 5 Euro al mese per chi pensa di non ascoltare mai da smartphone o tablet. Per quanto riguarda il suono, invece, la qualità potrebbe non soddisfare tutte le orecchie.  Almeno per le offerte gratuite ci sono limiti di qualità che qualche anno fa ci sembravano accettabili e ora ci lasciano dubbiosi, evidenti soprattutto in cuffia. E questo vale per tutti. Come accennato, google permette l’archiviazione dei brani sui suoi propri server, caratteristica che tra i concorrenti manca solo a Rdio, che però ha una funzione di abbinamento tra le librerie Windows media o Itunes dell’utente e i propri brani, al fine di ricostruire in pochi secondi, una collezione simile a quella presente sul computer. Naturalmente tutti i servizi sono accessibili con funzionalità complete attraverso versioni recenti dei principali browser; Google play music manager permette di caricare i propri mp3 affinché siano disponibili da più dispositivi; Deezer ha un’applicazione per Windows 8 su microsoft store.  Sui dispositivi mobili, Google è invece in netto svantaggio, supportando solo Android, mentre Rdio è in leggero vantaggio, supportando i Blackberry più recenti; chi ha Windows phone o Ios ha a disposizione tutti i servizi tranne Google.  Solo per le versioni a pagamento dei diversi servizi è possibile salvare i brani sui dispositivi, con diverse limitazioni: Rdio, ad esempio, non permette di salvare i brani su computer, ma sui dispositivi mobili, il limite è solo lo spazio fisico a disposizione;  Spotify invece richiede l’autenticazione dei brani ogni 30 giorni e permette un numero fisso
di brani distribuiti su 3 dispositivi, computer inclusi. Google, inoltre, non permette ancora di condividere le proprie playlist o conoscere i gusti dei propri amici su Facebook, caratteristica che non manca invece agli altri servizi.

 

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