ANCORA AMERICANO IL XXI SECOLO?

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1706754_0Acuta come un’aquila, agile come una farfalla: l’America. Come suggerisce il titolo del libro di Maurizio Molinari, giornalista e scrittore, le cui corrispondenze da New York i lettori del quotidiano “La Stampa” apprezzano da un decennio. Secondo l’autore di questa nitida, inconsueta fotografia degli Usa d’oggidì,  il declino degli Stati Uniti e, per osmosi dell’Occidente e dunque della leadership dell’America nel 21° secolo – auspicio di molti e certezza di troppi  – si è spostato ancora più in là. Gli Usa, sostiene e documenta con agile penna Molinari, sono una nazione (da noi diremmo un Paese, e già qui è la prima differenza) in grado di riprendersi da ogni catastrofe rialzandosi più forte di prima e ponendo le basi per un’autorevole continuazione della leadership mondiale. I concorrenti, l’Unione Sovietica dapprima, in seguito il Giappone e la Cina si sono arresi all’evidenza. Il segreto? Dopo le catastrofi dell’11 settembre 2001 e il crac economico-finanziario Lehman del 15 dello stesso mese nel 2008, si riprende e vuole ancora guidare il pianeta. Spiega Molinari: «Qualsiasi altra nazione sarebbe crollata. L’America ha reagito alla sua maniera: con calma, determinazione, metodo e soprattutto con la capacità di resistere alle difficoltà (…). Tutto ciò conferma che l’America è una comeback nation che reagisce lentamente: prima esamina senza isterismi le ferite subite e gli errori commessi, poi pianifica le contromisure e quindi inizia a metterle in atto». Per dirla con le parole del corrispondente da New York, sono dieci i percorsi destinati a segnare il secondo secolo americano, anche se non vanno tutti nella stessa direzione politica, morale o economica perché una delle caratteristiche dell’America è di innovare costantemente in più direzioni: Welfare state e condivisione della ricchezza; indipendenza energetica grazie allo shale gas e al petrolio; l’Information technology come motore della crescita; i Big data, la nuova democrazia digitale (che ha eletto Obama presidente, per esempio); la libertà su Internet (il ‘Manifesto di Hillary Clinton’, il soft power come ingerenza umanitaria nelle dittature); la supremazia strategica affidata alle guerre segrete e alle armi spaziali: Droni, navi Stealth e proiettili iperveloci; il modello post-razziale: l’American Dream affidato ai leader afroamericani, ispanici e asiatici; l’immigrazione con il sostegno alla legalizzazione di 11 milioni di clandestini; le nuove frontiere civili: quando i diritti dei gay, per esempio, diventano patrimonio collettivo prima ancora che la Corte suprema di Washington si esprima sulla loro codificazione; la protezione dell’ambiente, del clima e la riorganizzazione delle metropoli imposte dalle inedite forme di sharing economy. Il risultato, ammonisce Molinari, non è affatto scontato: la necessità di riformare Previdenza e Sanità per scongiurare una crisi fiscale, l’impellenza di rimodernare le infrastrutture nazionali spesso in condizioni precarie e le obiezioni ecologiste al fracking – il sistema di estrazione del gas dal sottosuolo – nel timore di una catastrofe ambientale capace di pregiudicare la corsa all’indipendenza energetica sono i nodi da sciogliere. Si vedrà.

Un ‘avvenire’ che, in ogni caso, ci riguarda. I dieci percorsi del nuovo secolo americano infatti toccano anche l’Italia con le sue trasformazioni in corso. Il modello della condivisione della ricchezza su cui si basa il welfare a stelle e strisce – conclude Molinari nella sua Introduzione – «chiama in causa la tradizionale opposizione italiana a pagare più imposte, così come la trasformazione dell’Information technology nel volano della crescita industriale ci obbliga a fare i conti con il nostro ritardo nello sviluppo delle nuove forme di tecnologia. Lo shale gas e i Big data possono rovesciare la nostra dipendenza dall’energia degli sceicchi e aprire nuove frontiere nel rapporto tra consumatori e grande distribuzione. Ma forse ciò che più segnerà la comunità della democrazia, a cui l’Italia appartiene, è il modello post-razziale di un’America dove le minoranze divengono maggioranza numerica e abbandonano le loro rivendicazioni etniche per rappresentare l’interesse collettivo. È la formula di integrazione più avanzata che, pur con le sue contraddizioni, suggerisce una soluzione a un’Europa, e a un’Italia, ancora alle prese con l’odio etnico e razziale del Novecento». L’impatto delle novità che arrivano dall’America entra nelle nostre vite, case e famiglie perché investe quanto abbiamo di più caro: il rapporto con il prossimo, l’educazione delle nuove generazioni, l’idea di società nella quale vivere.

L’esperienza insegna: non sempre le ricette a stelle e strisce sono adatte al Vecchio Continente. Nondimeno meritano di essere conosciute. E discusse.

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Il libro in questione è “L’aquila e la farfalla – perché il XXI secolo sarà ancora americano” di Maurizio Molinari edito da Rizzoli

 

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