NOVE INTENSI GIORNI PER IL TORINO FILM FEST

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Durante nove intensissimi giorni, dal 22 al 30 novembre,  va in scena il 31° Torino film festival, evento internazionale dedicato all’arte cinematografica che colleziona, di edizione in edizione, sempre maggiori successi. Successo testimoniato dalla grande e crescente quantità e dalla qualità dei suoi spettatori.https://www.5wmagazine.com/wp-includes/js/tinymce/plugins/wordpress/img/trans.gif

D’altronde il TFF piace, piace molto. Ed è seguito da un pubblico folto ed esigente, composto da appassionati di cinema che invadono Torino nei giorni del festival, ma anche dagli stessi cittadini (studenti, lavoratori, intere famiglie) che scopriamo  programmare le ferie proprio nell’ultima settimana di novembre per non mancare qualche anfratto dell’appuntamento. Forse piace molto anche perché si tratta del primo festival cinematografico metropolitano che abbiamo avuto in Italia, nato nel cuore di una grande città che “affonda le radici negli albori dell’industria cinematografica”  e che ospita il Museo Nazionale del Cinema,  tra i più importanti al mondo per la ricchezza del patrimonio e per la molteplicità delle sue attività scientifiche e divulgative.

Paolo Virzì, direttore della manifestazione, presenta così questa trentunesima edizione del  festival torinese: “Mi pare proprio potente, ricco di voci diverse, cinéphile e pop: c’è il dramma familiare franco-canadesee quello 

venezuelano, il coming of age ed il noir estremo americano, i blockbusters europei, i film tragicomici italiani, le nuove narrazioni televisive, le commedie mainstream con le vecchie glorie, quelle esistenziali francesi, quella crudele coreana o giapponese, nuovi pedinamenti zavattiniani in Thailandia o nella provincia catalana, il cinema di frontiera di Yu Likwai e la grande immortale epopea degli antieroi della retrospettiva New Hollywood, e poi oggetti bizzarri, commoventi, rarità, ed infine ci sono le voci vive del cinema contemporaneo del reale, insomma la nuova affascinante stagione del documentario. Adesso il filmone è pronto a snocciolare la propria trama in nove intensissimi giorni, nei quali gli illusi come me avranno la sensazione di vivere in un mondo diverso da quello al quale siamo abituati, in questi tempacci di crisi nei quali è così difficile far circolare le cose belle, sopraffatti come siamo dalla rassegnazione al peggio. Godetevi allora questa cosa preziosa: l’utopia di un grande racconto cinematografico senza confini“.

Infatti. Ecco i numeri del TFF: 185 titoli (selezionati su circa 4000 film visionati tra corti, medi e lungometraggi) 70 lungometraggi opere prime e seconde, 46 anteprime mondiali, 25 anteprime internazionali, 5 anteprime europee; 62 anteprime italiane.

Ed ecco, in una carrellata, la sintesi della presentazione di Virzì e Emanuela Martini, vicedirettore TFF, delle varie sezioni dell’evento.

TORINO 31

Riservata ad autori alla prima, seconda o terza opera, la principale sezione competitiva del festival presenta quattordici film realizzati nel 2013, inediti in Italia; i paesi rappresentati sono Canada, Corea del Sud, Francia, Giappone, Italia, Messico, Spagna, Stati Uniti, Thailandia e Venezuela. Come sempre incentrato sul cinema “giovane”, il concorso si rivolge principalmente alla ricerca e alla scoperta di talenti innovativi, che esprimano le migliori tendenze del cinema indipendente internazionale.

FESTA MOBILE

Santo protettore: Federico Fellini, al quale si rende omaggio, insieme alla Cineteca Nazionale di Roma, Medusa Film e Cinecittà – Deluxe, con l’anteprima del primo restauro digitale di 8½. Apertura: la commedia “matura” Last Vegas di Jon Turteltaub, dove i quattro amici Robert De Niro, Michael Douglas, Morgan Freeman e Kevin Kline vanno nella città del gioco per un addio al celibato (e relativo hangover) e fanno i conti con i difficili equilibri di un’amicizia che dura da una vita. Chiusura: il thriller Grand Piano di Eugenio Mira, dove Elijah Wood deve suonare per la propria vita, minacciato da John Cusack, in una sorta di “Speed al pianoforte”. Tra questi tre momenti, Festa mobile 2013 presenta come sempre (fuori concorso) il “bottino” di film selezionati in giro per il mondo e ancora inediti in Italia.

FESTA MOBILE – EUROPOP

Quali sono i film che in Europa attraggono gli spettatori tanto da diventare fenomeni di consumo popolare e che dunque in qualche modo ci dicono ciascuno qualcosa di profondo dello spirito del loro Paese? Su cosa ridono gli spettatori cinematografici francesi, cos’è che fa venire i brividi a quelli della Polonia, cos’è che fa emozionare e commuovere gli spettatori cinematografici svedesi? Ecco cos’è Europop, una sezione nuova nuova, nella quale potrebbe capitare di imbattersi in film di grande intrattenimento che a volte vengono colpevolmente ignorati dai festival, o che magari son destinati ad essere celebrati culturalmente solo in forma postuma, nelle retrospettive dove si rimpiangono i bei film di una volta che facevano ridere, o piangere o morire di paura.

AFTER HOURS

After Hours è fatta per quei film che, per atmosfera, impianto narrativo e produttivo, eccentricità o provocazione, un tempo, quando nelle sale esisteva il doppio programma, venivano programmati nell’ultima fascia notturna (o nei drive in o a mezzanotte nei festival). Spesso in odore di cult, oppure semplicemente bizzarrie per spettatori fanatici. Naturalmente, c’erano alcuni generi privilegiati: horror, fantascienza, thriller, noir, ma anche campioni del surrealismo, autori “notturni” e produzioni tra la serie B e la Z. Un universo che, per alcuni decenni, si è intrecciato con quello della cinefilia più libera e spericolata.

BIG BANG TV

Jane Campion, Holly Hunter, Peter Mullan, David Fincher, Kevin Spacey, Robin Wright, Sean Durkin, Eddie Marsan. Fino a qualche anno fa, un simile elenco di nomi poteva solo essere associato al mondo del cinema tradizionalmente inteso; oggi è la lista delle personalità che animano la prima edizione di Big Bang Tv, neonata sezione con la quale il Torino Film Festival ufficializza il suo attento e non recente interesse per quello che accade nel mondo delle serie televisive. La tv non è soltanto “la nuova letteratura”, come titolava in settembre IL, supplemento mensile de “Il Sole 24 Ore”, ma un nuovo modo di intendere il cinema e la narrazione audiovisiva. È il luogo dove gli spazi di messa in onda e la struttura seriale si sono fatti catalizzatori capaci di esaltare la libertà artistica e creativa, permettendo agli autori di andare “fuori formato” rispetto ai canoni tradizionali, di osare tematicamente e stilisticamente come certo cinema hollywoodiano non può e non vuole più fare. Non stupisce quindi che, nelle recenti stagioni, donne e uomini di cinema abbiano deciso di approfittare di questa libertà cimentandosi in prodotti televisivi che, proprio grazie al loro contributo, hanno ulteriormente arricchito un linguaggio, uno stile e di una modalità di narrazione sempre più trasversali tra piccolo e grande schermo. Le serie selezionate dal Tff sono esempio di questo dinamismo linguistico capace di elevatissimi risultati artistici.

TFFdoc

“Si può filmare solo la realtà, ma la si può anche creare.” Béla Tarr.  Dopo l’inatteso Leone d’Oro a Sacro GRA di Gianfranco Rosi si è scatenato un acceso dibattito su documentario e finzione, realtà e messa in scena della realtà. Al Torino Film Festival da sempre si cerca di mettere in tensione i due estremi e in particolare in TFFdoc piace far saltare i confini tra i generi. Ci siamo anche chiesti quale possa essere il senso di uno spazio dedicato esplicitamente al cinema documentario, nel momento in cui anche i grandi festival cominciano ad abbattere gli steccati. E abbiamo deciso di rispondere con una programmazione varia, nei temi e nelle forme, che sia capace di disegnare sugli schermi delle sale del festival la vitalità esplosiva che il documentario ha e che può aprire nuove strade per il cinema contemporaneo. Insomma, abbiamo messo dei paletti, ma solo per il piacere di farli saltare. Sia nella competizione internazionale – internazionale.doc che in quella italiana italiana.doc troverete un ventaglio di storie e di temi raccontati nei modi più diversi, spesso con un coinvolgimento diretto del/la regista nel proprio film, a dimostrazione di come la Storia e la Politica non siano solo accadimenti estranei a chi li narra, ma ne informino concretamente la vita. Un altro dato interessante è la presenza in italiana.doc di un numero altissimo di primi/secondi lungometraggi, tra l’altro di autori che arrivano al Torino Film Festival per la prima volta: una sorta di incoraggiante ricambio generazionale! Nello spazio fuori concorso – documenti – abbiamo cercato di individuare/creare alcuni percorsi tematici e formali. Un posto speciale trova il focus dedicato alle tematiche coloniali e postcoloniali. Siamo stati convinti a dedicare alcuni spazi al rimosso coloniale della storia, soprattutto europea, perchè pensiamo sia un modo per dotarsi di strumenti fondamentali per capire molti aspetti della contemporaneità (dalla costruzione delle identità nazionali e non, alle questioni legate alle migrazioni).

ITALIANA.CORTI

Il concorso è riservato a cortometraggi italiani inediti, caratterizzati dall’autonomia e originalità di linguaggio. La selezione di quest’anno è particolarmente significativa della volontà del festival di considerare il corto come una forma specifica di cinema, capace di confrontarsi appieno con la sperimentazione, la narrazione, la documentazione e l’animazione.

ONDE!

Derive, attraversamenti, percorsi, viaggi: a riguardarli tutti insieme, pronti a confrontarsi sulla scena del 31° Torino Film Festival, i film di Onde 2013 compongono una mappa fluida di istanze di ricerca nella crisi della realtà. Non c’è praticamente un solo autore che non abbia sospinto il suo film in direzione di un altrove dal quale far scaturire il senso del presente. Non sembri però voluto, tale percorso: come ogni viaggio, anche quello che presiede al lavoro di selezione segue dinamiche tanto consapevoli quanto imprevedibili. E tanto meno sembri involuto: come ogni anno, quello di Onde è in realtà un appuntamento con il cinema che si libera nella ricerca di forme, identità, narrazioni, espressioni, attimi fugaci che si protraggono per la durata (lunga, corta, infinita…) di un film. Che sembri però determinato e preciso – il percorso – quello sì: perché, nella logica sfuggente di ogni singola parola, la frase che andiamo a comporre con i venticinque titoli che, tra selezione e omaggi, fanno il programma di Onde 2013, ha un senso ben compiuto.

E INTANTO IN ITALIA

Che succede intanto nel deriso, bistrattato, eroico cinema italiano? Cosa bolle in pentola nella cucina di alcuni cineasti contemporanei dei quali ci interessa seguire le vicende? C’è chi ha girato un film e ha accettato di mostrarci qualche primizia esclusiva, chi deve ancora iniziare le riprese ma viene a condividere certi suoi preparativi, chi invece, come interludio tra un film e l’altro, ha realizzato un documentario e ci fa il regalo di presentarcelo in anteprima. Sarà l’occasione per il pubblico del festival di incontrare alcuni dei protagonisti del nostro cinema – con una selezione che va da quelli che consideriamo i più promettenti ad alcuni che invece già possono essere celebrati come giovani maestri – per dialogare con loro su quello che stanno combinando, sul loro percorso, il loro modo di raccontare, di concepire e di allestire un’opera cinematografica, cercando magari di sollecitare anche la condivisione di quei travagli segreti che costituiscono l’officina creativa di un film.

SPAZIO TORINO

Il concorso presenta i migliori cortometraggi realizzati da cineasti nati o residenti in Piemonte, un’area geografica da sempre caratterizzata da un’intensa attività cinematografica.

TORINOFILMLAB- i film

Nato dal desiderio di affiancare al Torino Film Festival un’officina dedicata ai filmmaker emergenti, il TorinoFilmLab è un laboratorio internazionale che sostiene giovani talenti di tutto il mondo attraverso attività di trainingdevelopment funding. Il focus principale è sulla realizzazione di primi e secondi lungometraggi.

SUICIDE IS PAINLESS: IL NUOVO CINEMA AMERICANO 1967-1976

Negli anni Sessanta l’industria cinematografica hollywoodiana è nel pieno della crisi generata dalla concorrenza della televisione e dall’incapacità degli studios di tenere il passo con il terremoto culturale che scuote gli Stati Uniti: assassinii politici come quelli dei Kennedy, di Malcolm X e di Martin Luther King, la guerra del Vietnam, i movimenti degli studenti e degli afroamericani stanno demolendo l’American Dream dalle radici e la vecchia Hollywood non ha più alcun fascino. Fin dall’inizio del decennio emergono nuovi modelli narrativi espressi da compagnie indipendenti come la Corman Factory, nuove interpretazioni della realtà e della Storia, nuovi volti e comportamenti che parlano al pubblico giovane. Ma l’anno di svolta è il 1967, quando due film di studio, Bonnie and Clyde di Arthur Penn e The Graduate di Mike Nichols, ribaltano rispettivamente il gangster film e la commedia romantica. Poi, nel 1969, esce Easy Rider, diretto da Dennis Hopper e prodotto da Peter Fonda (perché Roger Corman, per una volta non lungimirante, si rifiuta di produrlo): basso costo, enorme successo (nel 1972 aveva incassato più di 60 milioni di dollari), nuovi ritmi, temi, antieroi disillusi. Da questo momento, storia, stile, facce, tutto cambia nella narrazione di sé che l’America traccia attraverso il cinema; scompaiono ottimismo, perfezione, eroismo, sostituiti da dubbio, angoscia, sconfitta. Hollywood non tarda ad accorgersi del fenomeno (che corrisponde anche al ringiovanimento del pubblico e allo scossone che investe tutta la cultura), dà lavoro ai giovani autori, sceneggiatori, attori, produttori, senza condizionarne, almeno per alcuni anni, idee e stile. A questo fenomeno è dedicata la retrospettiva della 31^ e della 32^ edizione del Torino Film Festival, al linguaggio e alla mitologia che, originate dalla controcultura, furono elaborate nel corso di un decennio dai giovani talenti provenienti dal cinema indipendente e dai nuovi autori che si erano formati in televisione. Curata da Emanuela Martini, la retrospettiva si articola su due anni e si propone, anche con la collaborazione dell’Università degli studi di Torino, di tracciare un quadro esauriente delle suggestioni che hanno cambiato la faccia del cinema (non solo) americano. Circa ottanta titoli, presentati in maniera non cronologica, soprattutto per poter proiettare in entrambi gli anni i film che vengono via via restaurati, ma anche per offrire, sia nel 2013 che nel 2014, un panorama dell’evoluzione delle atmosfere e dei temi dominanti del decennio.

Informazioni e biglietti:  http://www.torinofilmfest.org/

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Immagine: Paolo Virzì, direttore TTF 2013

 

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