In questi giorni il “Salotto di Torino”, piazza San Carlo, è gremito. Gremito di folla inebriata dai fumi del “cibo degli dei“. Venerdì 22 novembre ha preso infatti il via la decima edizione di CioccolaTO’, manifestazione ospitata quest’anno nella più scenografica ed elegante piazza sabauda. I golosi hanno tempo fino al 1° Dicembre per lasciarsi andare al rilascio di endorfine e farsi abbracciare dal buon umore.
L’evento non rappresenta solo una coccola per il palato (con il ricco programma di degustazioni guidate, menù tutto cacao, city sightseeng bus e choco tram a tema), ma offre molti spunti di approfondimento sulle tecniche, sulla storia e la tradizione dell’arte del cioccolato con laboratori MasterChoc, incontri culturali, chocolate show, incontri con gli autori.
Di grande interesse è anche l’area internazionale, che vede in questa edizione la Costa d’Avorio special guest della kermesse: l’invito è quello di scoprire i suoni, i sapori e i colori del paese primo produttore di cacao al mondo con cui l’Italia ha avviato una proficua collaborazione, a partire dai lavori per la realizzazione del gemellaggio fra i Distretti di Abidjan e la Città di Torino.
Poi c’è una fortunata coincidenza: nei giorni in cui va in scena CioccolaTO’ a Torino si svolge il TFF, dinamico festival del cinema, a cui la manifestazione dà un contributo celebrando la magia del cinema attraverso la proiezione di alcuni cortometraggi selezionati da Slow Food che trattano tematiche alimentari.
Infine, sono numerose le iniziative ludico-didattiche riservate ai più grandi tifosi del cioccolato: i bambini..
Da sempre Torino è considerata la capitale del cioccolato, potendo vantare una lunga ed importante tradizione artigianale e industriale nota in tutto il mondo. Il gemellaggio ha inizio nel 1559, all’indomani della pace di Chateau Cambrésis, quando Emanuele Filiberto di Savoia, generale degli eserciti spagnoli sotto l’imperatore Carlo V, torna nei suoi Stati portando con sé alcuni semi di cacao che verranno serviti, sotto forma di cioccolata calda fumante, durante i festeggiamenti per il trasferimento della capitale del Regno di Savoia da Chambéry a Torino.
Sarà l’imprenditore Paul Caffarel nel 1826 a dare avvio alla produzione di cioccolato solido ottenuto mescolando cacao, acqua, zucchero e vaniglia. Ben presto questo nuovo modo di consumare il cioccolato conquista il palato dell’aristocrazia piemontese. E non solo. Così, nel 1852, nacque il Gianduiotto; nacque dal genio di Michele Prochet per far fronte alle difficoltà di rifornimento di cacao (a causa del Blocco Continentale indetto da Napoleone) decide di unire all’impasto un prodotto locale, più facilmente reperibile e sicuramente più economico: la nocciola delle Langhe, la cosiddetta “tonda gentile. Poi, una ad una, si strutturarono le aziende oggi note in tutto il mondo (Caffarel, Leone, Baratti & Milano, Venchi, Peyrano, Streglio) e poi ancora il nuovo corso del cioccolato artigianale torinese (Gobino, per fare un nome). E allo stuolo di produttori torinesi si sono aggiunti molti altri in tutto il Piemonte,. La produzione artigianale ed industriale del cioccolato si è diffusa in tutta la regione, imponendosi sul mercato con brand come Ferrero, Novi e Pernigotti….roba da far perder la testa!
Oggi Torino e il suo distretto si configurano come il maggior centro italiano per quanto riguarda la lavorazione del cioccolato, con una produzione di oltre 80 mila tonnellate, pari a quasi il 40% del totale nazionale.
Informazioni:
http://www.cioccola-to.it/2013/programma
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