Il Grande Fratello? Il più longevo di tutti. Anzi, praticamente immortale. Si parte dalla “generazione Facebook” che, secondo il Wall Street Journal, nel 2012 contava fra i suoi utenti oltre 7,5 milioni di bambini d’età inferiore ai tredici anni, dei quali oltre 5 con meno di dieci anni, per arrivare al miliardo e 100 milioni di profili attivi. Presenze che producono un milione di link condivisi e un milione e 800 mila ‘aggiornamenti di stato’ ogni venti minuti.
Che cosa ci spinge, quasi fosse un obbligo, a impegnarci tanto diligentemente con i diversi network? Una risposta alla domanda-chiave: “perché Facebook ha tanto successo?” è quella (che qui sintetizzo) proposta dal sociologo Davide Bennato, che ne spiega il successo italiano, dal 2008, sul suo sito www.tecnotecnica.it.
«Facebook è diventata di successo per quattro motivi diversi:
1. Capitale sociale. In quanto sito per la connessione sociale, Facebook rappresenta un ottimo strumento non solo per mantenere costantemente i contatti con le persone che si frequentano, ma consente anche di ricostruire (quando possibile) il capitale sociale pre-esistente (vecchi compagni di scuola, conoscenze episodiche poi perse di vista ecc.). In pratica Facebook consente la manutenzione e la gestione delle proprie relazioni sociali.
2. Economia del dono: rinsaldare legami sociali. Un elemento interessante per comprendere il successo di Facebook è anche quella che viene chiamata l’economia del dono. In pratica Facebook consente di rinsaldare i legami sociali (o costruirne di nuovi: perché no?).
3. Costruzione del sé: Facebook come palcoscenico. Un enorme palcoscenico (digitale) dove noi costruiamo il nostro ruolo sociale in maniera assolutamente minuziosa: scelta della foto del profilo, scelta degli interessi da inserire nel profilo, scelta delle applicazioni da usare, scelta del criterio con cui accettare inviti da amici o estranei, scelta del linguaggio da adottare e così via dicendo.
4. Diffusione delle innovazioni: l’arrivo della early majority. In quanto servizio presente su internet (rete sociale e tecnica al contempo) e tecnologia per la creazione di legami tra persone (social networking site, appunto), Facebook (superata una certa soglia critica) riesce a crescere ad un ritmo vertiginoso una volta che raggiunge un numero consistente di utenti italiani (early majority, appunto).
Di mio aggiungerei: una volta che sei in Rete, ti sei fabbricato una biografia digitale immortale. Letteralmente. Aderendo al grande fratello Facebook entri in un enorme compendio che raduna viventi e vissuti. Sono infatti circa trenta milioni i profili che appartengono attualmente a gente morta. Numero destinato a crescere, e i cui profili vengono continuamente aggiornati per tener vivo il ricordo.
Una Spoon River virtuale che solo il blackout della fonte di energia può spegnere. Inquietante.