Una delle località più scenografiche d’Egitto, il 22 febbraio, è scenario di un fenomeno suggestivo che coinvolge scienza e magia.
E’ noto che da sempre i popoli antichi costruirono i loro palazzi e i loro templi creando corrispondenze fra l’allineamento dell’edificio sacro e la disposizione di costellazioni e pianeti, testimoniando la consapevolezza del legame fra fenomeni celesti e terrestri, in particolare della forte influenza del sole sulle vicende del mondo.
Uno degli esempi più incredibili di questo fenomeno, che allaccia saldamente architettura e astrologia, è ad Abu Simbel (località dell’alto Egitto), secondo sito turistico egiziano maggiormente visitato dopo le Piramidi di Giza. Qui, da migliaia di anni, due volte l’anno avviene il “miracolo del sole”: dalla piccola porta incastonata tra le quattro statue colossali dell’immensa facciata i raggi di luce penetrano nell’oscurità del tempio andando a colpire un punto preciso, ovvero il volto della statua del faraone Ramses II.
Il complesso di Abu Simbel, fatto costruire da questo faraone nel XIII secolo a.C, è composto da due templi scavati nella roccia. Il più grande è dedicato appunto a Ramses II, mentre il secondo venne edificato in onore di sua moglie prediletta Nefertari. Grazie all’orientamento del tempio, i raggi del sole entrano due volte l’anno nel santuario del tempio maggiore, andando a colpire per 20 minuti esatti il volto della statua del faraone (ricaricandolo così di energia, secondo il credo degli antichi Egizi). Questo fenomeno si verifica il 22 febbraio e il 22 ottobre, mentre nel corso dell’anno i raggi del sole illuminano anche le altre divinità sedute nel Santuario insieme a Ramses II deificato: Amon-Ra (padre di tutti gli dei e dio del sole) e Ra (dio del sole). Volutamente rimane escluso dal fenomeno il dio delle tenebre Seth. La storia dice che il 22 febbraio fosse il giorno in cui nacque il Faraone Ramses (in questa data aveva infatti inizio l’anno civile egiziano) e che il 22 ottobre fosse quello dell’incoronazione e che per questo furono scelte queste date come importanti nella vita del Regno. Gli archeologi invece sostengono che il 22 ottobre fosse la data della fine della piena del Nilo e il 22 febbraio la data della raccolta.
Il complesso archeologico di Abu Simbel fu scoperto nel 1813 dall’archeologo svizzero Johann Ludwig Burckhardt, mentre fu l’italiano Giovanni Battista Belzoni ad entrarvi per la prima volta, nel 1817. Nel 1960 il presidente egiziano Nasser decise l’inizio dei lavori per la costruzione della grande Diga di Assuan, opera che prevedeva la formazione di un enorme bacino artificiale. Tale grande progetto rischiava, con le inondazioni provocate, di cancellare numerose opere colossali costruite dagli antichi egizi, tra cui gli stessi templi di Abu Simbel. Il governo egiziano lanciò un appello mondiale per salvare questi importanti monumenti. Grazie all’intervento dell’Unesco, ben 113 paesi si attivarono inviando uomini, denaro e tecnologia. Così i Templi, smontati blocco per blocco, furono ricostruiti in una nuova posizione 65 m più in alto e circa 200 m più indietro rispetto al bacino venutosi a creare. Fu comunque mantenuto l’originale orientamento rispetto agli astri ed al sole.
Nel 1979 il sito è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Informazioni: www.egypt.travel
Immagini: Ente del Turismo Egiziano – Abu Simbel Temple