I NOSTRI RAGAZZI

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Agli amanti del cinema intimista, consiglio di andare a  vedere “I nostri ragazzi”, dramma di due famiglie borghesi, romane dove il quotidiano è fatto di silenzi o comunque di incapacità di comunicare, soprattutto tra generazioni diverse.

La storia ruota intorno a due fratelli, uno chirurgo pediatrico e l’altro avvocato.  I due si incontrano una volta al mese per cenare  in un ristorante di lusso con le rispettive mogli. Il libro, da cui è tratto il film si intitola, infatti, “la cena”.

Anche se apparentemente diversi i due fratelli si somigliano invece più di quanto sembra. Sono molto presi dal proprio lavoro, distratti e/o distanti dai loro figli e , contemporaneamente, troppo permissivi e disposti  a tirarli sempre fuori dai guai, impedendo loro di crescere e di diventare adulti responsabili.

I loro rispettivi figli, Michele e Benny , non sono solo cugini, ma anche amici; escono insieme, hanno gli stessi interessi e amano i videogiochi violenti. Una sera, i due ragazzi, al rientro da una festa (e un po’  su di giri) incontrano una barbona e decidono di picchiarla a morte e lasciarla abbandonata sul ciglio della strada.

Sono entrambi convinti che la faranno franca, peccato che una telecamera di sicurezza li abbia ripresi a loro insaputa e (anche se i due nel video non sono identificabili), le immagini dell’aggressione approdano al programma “Chi l’ha visto?” e vengono mandate in onda. Capita così che, nei rispettivi genitori comincino ad affiorare dei sospetti. Sospetti che man mano diventano certezze. I figli confessano il loro reato ai rispettivi genitori , certi che questi potranno ancora una volta coprirli, aiutarli e proteggerli. In fondo si trattava solo di una barbona, un elemento che ha ben poca rilevanza sociale, anzi nessuna. La parte più interessante del film, che non svelerò, riguarda ovviamente la reazione e le decisioni che prenderanno i genitori dei due ragazzi. Sulle riflessioni etiche o morali  e sugli interrogativi che questo film ci obbliga a porci, si potrebbero dire molte cose rischiando però anche di scivolare nella retorica del tipo: viviamo in un mondo senza più valori etc. Meglio dunque lasciare l’arduo compito agli spettatori (ognuno secondo la propria visione del mondo) e passare invece alle interpretazioni degli attori, tutte di grande livello, da Luigi Lo Cascio (forse il migliore) ad Alessandro Gassman, da Barbara Bobulova a Giovanna Mezzogiorno. Per non parlare dei giovanissimi, molto promettenti (e con nomi persino troppo altisonanti) Rosabel Laurenti Sellers (appena diciottenne) e Jacopo Olmo Antinori. Una menzione infine ad Ivano De Matteo, il regista, che ha al suo attivo già altri film ben riusciti come ad esempio “Gli equilibristi”.

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