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NUOVE FORME DI SESSISMO

È di qualche settimana fa la notizia di una ragazza ventiquattrenne,  Shoshana Roberts, che passeggiava per New York facendosi riprendere di nascosto dal suo ragazzo con una telecamera. Scopo della giovane donna, abbigliata con normalissimi jeans e t-shirt, era stabilire quanti uomini l’avrebbero importunata verbalmente con “apprezzamenti” pesanti. Il risultato è stato che, in dieci ore, ne ha ricevute 108 da persone diverse. Per lo più, ovviamente, uomini. Il video (di cui potete vedere un estratto su youtube al link 10 Hours of Walking in NYC as a Woman) è stato girato a settembre e diffuso nei giorni scorsi da tutti i media. Ideazione e  progetto di questa “azione filmica” sono di ‘Hollaback!’, organizzazione no profit contro le molestie che le donne subiscono per strada.

L’associazione sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione in quest’ambito poiché, come ha spiegato al New York Post, Emily May, che ne è la direttrice, “tutte queste osservazioni e commenti si sommano e si finisce per  subire un bombardamento tutto il giorno”. E’ il caso dunque di tornare a parlare di molestie perché, se da una parte gli antichi pregiudizi sono duri a morire e continuano a causare danni (come ha ben dimostrato anche questo video), dall’altra ci sono nuove tendenze di violenza morale e di sessismo . E questo succede pressoché ovunque, Italia compresa. Anzi proprio in Italia si sono fatti grandi passi indietro nei confronti della parità dei diritti e del rispetto verso le donne. Basta leggere i saggi di Michela Marzano, “Sii bella e stai zitta – perché l’Italia offende le donne” (Mondadori) e di Lorella Zanardo, “Il corpo delle donne” (Feltrinelli) di cui ho già ampiamente parlato in passato, ma anche “Le donne che pensano sono pericolose” di Stefan Bollman (Piemme).

Dal momento che quasi nessuno osa criticare apertamente  (o mettere in discussione) la parità di diritti tra uomini e donne (tanto per non essere considerato “politically scorrect”), la nuova tendenza è quella per cui, ora gli uomini offendono, cercando di camuffare l’insulto dietro una battuta o un finto complimento. Così se una donna protesta passa subito per essere una di quelle che non sanno stare allo scherzo e viene a sua volta ulteriormente canzonata, rimproverata o presa in giro. In particolare quando le proteste riguardano una battuta a sfondo sessuale o con doppi sensi, anche molto pesanti (cosa frequente soprattutto nei luoghi di lavoro). In tal caso, la malcapitata di turno, viene per lo più, tacciata di essere frigida.

Al secondo posto, dopo l’epiteto di frigida, pare che il più gettonato sia “lesbica”, che viene appioppato, prima o poi, almeno una volta nella vita alle donne single, come se esserlo davvero implicasse chissà quale infamia. Ma d’altra parte viviamo in un paese che purtroppo non è solo intollerante nei confronti delle donne (soprattutto se autonome e indipendenti), lo è anche nei confronti di ogni tipo di omosessualità o di diversità di genere. D’altronde siamo anche (e lo dicono ormai numerose statistiche) uno tra i paesi più ignoranti d’Europa, quindi perché stupirsi. Si sa che ignoranza e intolleranza vanno di pari passo e che, dove ci sono meno opportunità di sviluppare capacità critiche o ragionamenti che esulino dagli stereotipi, si liquida tutto con la somma superficialità dei luoghi comuni più triti e ritriti.

Ma tornando alle molestie e alle offese, io stessa ne ho collezionate un certo qual repertorio…per non parlare di quelle che mi raccontano amiche e conoscenti. Quando ci confrontiamo su quest’argomento, viene fuori di tutto. Una signora di 60 anni che conosco, con un look non esattamente alla moda (anzi) e forse non particolarmente femminile (almeno non quando si reca al lavoro), attira involontariamente su di se i commenti di giovani uomini cretini e modaioli, come se non sapersi vestire (o non essere abbastanza femminili) fosse una colpa che merita la pubblica gogna. Un tizio, passando per strada, l’ha guardata, mentre lei era ferma a leggere un sms e le ha detto “Signora, vedo che siamo alla frutta!”. Parliamo di un emerito sconosciuto, che chissà perché mai si sarà arrogato il diritto di giudicarla. Probabilmente perché dall’alto della sua presunzione e/o ignoranza (spesso le due cose vanno a braccetto), sarà stato convinto di averne appunto il diritto.

Al contempo, una sera in cui lei pensava di essersi vestita elegante e “alla moda” per andare a ballare il liscio in compagnia di alcune amiche, si è sentita definire, da un altro uomo, che per altro conosceva solo di vista, una “sgallettata”. La poverina si lamenta, giustamente, di essere quanto meno confusa e anche arrabbiata (ovviamente) ma più di tutto, sperimenta uno sgradevole senso di disorientamento, frustrazione ed impotenza. Sentimenti che , però, devo dire, accomunano molte di noi, indipendentemente dall’età . Io, per lo meno, sento lamentele in questo senso, parecchio di frequente e da donne anche molto diverse tra loro.

Una volta, per lo meno, ad attirare i commenti degli uomini, erano solo le belle donne vestite sexy, mentre le altre potevano contare sul fatto di passare tranquillamente inosservate. Oggi, invece, a quanto pare, non si salva nessuna. Non si può più pensare di poter essere lasciate in pace in nessun caso, comunque si scelga di uscire di casa. Se ti vesti femminile, sei una “poco di buono” (per usare un eufemismo) e te la stai cercando, se scegli, invece, un look dimesso e anonimo, sei una sfigata, ridicola, magari appunto anche frigida e, per tanto, degna d’essere solo insultata o quanto meno canzonata. Il rischio poi di trovare qualche sputa-sentenze convinto che, dicendo la sua, sarà considerato da tutti, molto più “fico”, purtroppo, è sempre più frequente.

Con questo non voglio dire che gli uomini civili e gentili siano spariti dalla faccia della terra, anzi (fortunatamente ne conosco anche parecchi), dico però che, a controbilanciare, è sempre più facile imbattersi in tipi pessimi e, in assoluto, per noi donne è sempre più facile, quando usciamo di casa, imbatterci in molestatori morali, borseggiatori (che sono in aumento) o matti che ci possono aggredire fisicamente senza alcun motivo (come è successo alla nostra collaboratrice Ilaria bianchini – la sua testimonianza è al link: https://www.5wagora.com/2014/10/21/io-sono-ancora-li/).

Se ti va bene (come è successo a me pochi giorni fa)  incroci solo uno sbandato che magari si è fatto una birretta di troppo (o si e fumato la qualsiasi) e che, procedendo con andatura instabile, per strada, ti viene addosso, così già che c’è ti fa la faccia cattiva e ti dice perentoriamente: “Dammi un euro!” E il bello è che poi ti ritrovi anche a pensare, quanto sei stata fortunata perché in fondo poteva andare peggio!

Certo, con questo andazzo potranno gioire almeno i gestori di palestre che organizzano corsi di autodifesa. Sembra che questa sia l’ultima frontiera rimasta, anche se è quanto meno inquietante pensare che, per potersene andare tranquillamente in giro per la città, ci si dovrà probabilmente trasformare in una sorta di “combattenti urbane” con in tasca almeno lo spry al peperoncino.

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Foto di Vincent Teriaca

 

 

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