CHE MERITO C’È?

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Onore al merito si diceva una volta. Oggi è difficile anche solo pensarlo. La società odierna, in generale, sembra non voler tenere nel giusto conto la meritocrazia. E quando la burocrazia, “casta” autoreferenziale poco propensa al cambiamento, ci mette del suo, il risultato può essere tragicomico. Come nel caso della azienda sanitaria di Pavia, che indice un test affrontato da 64 candidati selezionati per un unico posto di lavoro da coprire; uno vince, ma il concorso viene annullato: s’ha da rifare perché le domande erano “troppo difficili”. Tra quelle “difficili” rientravano, per dire, Word e Excel.

I mezzi di informazione, non senza qualche ironia, divulgano la notizia. Interviene il ministro della Pubblica Amministrazione, che ammette: «Se è vero, sarebbe grave e contro il principio di merito. Approfondirò la notizia». In attesa che il ministro approfondisca, la Ats di Pavia in una nota fa sapere che la selezione sotto accusa, non essendo un concorso, aveva esclusivamente lo scopo di «valutare l’idoneità dei soggetti presentatisi» e che «nell’esaminare i verbali, ha ritenuto che le domande e prove fossero di un livello di complessità superiore rispetto a quello richiesto per il tipo di attività e figura professionale richiesta, e ha ritenuto di annullare e ripetere la selezione». Troppo complesse? Se nel 2016 l’uso di Word, videoscrittura a computer, e di Excel, programma di software dedicato alla produzione e alla gestione dei fogli elettronici (il primo foglio di calcolo elettronico è stato realizzato nel 1978; attualmente è quello più utilizzato) vengono giudicati strumenti di lavoro “complessi”, il sospetto che certa PA – non tutta, fortunatamente – per certe attività richieda figure professionali idonee all’uso di strumenti di lavoro quali la matita copiativa per scrivere e la carta carbone per le copie sorge spontaneo. Sembrerebbe, stando all’esempio pavese, che ci abbia dimestichezza nell’uso del PC, dello scanner e utilizzi la posta elettronica possa risultare troppo “superiore”; avrà poche o punte chances di essere assunto. A meno che, nel caso di specie, il candidato non fosse… Ma non voglio essere sospettoso né ingeneroso; mi limito a sperare che questo incidente di percorso (come altro definirlo?) sia appunto un incidente. Seppure con tanti saluti alla meritocrazia, una bella parola, buona a essere ripetuta solo nelle aule dei convegni.

Secondo il dizionario Sabatini-Coletti, ricordo, “Meritocrazia” – un concetto introdotto per primo dal sociologo inglese Michael Young nel 1958 – è una «concezione per cui debbono essere conferiti riconoscimenti di ordine morale o materiale (successo negli studi, responsabilità direttive, cariche pubbliche ecc.) soltanto in rapporto ai meriti individuali». Meriti individuali, si precisa. Come, forse, quelli di colei che ha vinto la competizione presso la Asl pavese. Di gente, si direbbe, capace di affrontare superandole prove “complesse” come l’uso di programmi elementari per computer. La vincitrice, informano i media, ha fatto ricorso.

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