AMORE E INGANNI

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Il film Amore e inganni del regista With Stillman mi dà nuovamente l’occasione di scrivere qualcosa su Jane Austen, una tra le mie scrittrici preferite.

Il film è tratto, infatti, da un breve romanzo epistolare giovanile della Austen che si intitola però come la sua protagonista femminile, ossia Lady Susan.

Non ho capito molto bene francamente quest’esigenza del regista o della produzione di cambiarne il titolo. Forse per richiamare il binomio “Ragione e sentimento”. O perché se si associa il significato di amore a quello di inganno il tutto diventa più accattivante…

Ne avevo comunque già scritto in passato, della Austen, quando, con l’uscita al cinema della trasposizione di “Ragione e sentimento” ad opera  del regista Ang Lee, era praticamente esplosa, intorno alla scrittrice inglese, una moda che ora è quasi divenuta un fenomeno. Qualcuno dovrebbe davvero mettersi a studiare a cosa sia dovuto un successo planetario di tale portata e come mai i suoi romanzi sono i più trasposti al cinema, a teatro e in tv (grazie soprattutto alla BBC). Il fenomeno comunque dilaga anche in ambito letterario ed editoriale: basta vedere quanti sequel sono stati scritti ad esempio di Orgoglio e Pregiudizio. O quante rielaborazioni. Pensiamo anche solo a “Orgoglio Pregiudizo e Zombie” di Seth Grahame-Smith  (anche questo ovviamente divenuto un film)

Ma veniamo alla vicenda.

La vicenda e il personaggio di Lady Susan Vernon (interpretata nella pellicola dalla bravissima Kate Beckinsale) sono molto differenti dalle altre ideate dalla nota scrittrice inglese. Certo ogni romanzo dell’Autrice è un mondo a sé stante ma è anche vero che, soprattutto da giovane, la Austen riproponeva ironicamente gli stili imperanti dell’epoca.

Ecco allora che, se da una parte l’Abbazia di Nortangher si rifà allo stile gotico di Ann Radcliffe (La protagonista di Nortanger Abbey è descritta come una fan della Radcliffe e ne legge o cita continuamente i libri) dall’altra  Lady Susan strizza l’occhio ai romanzi epistolari francesi del settecento tipo “Le relazioni pericolose” di Choderlos de Laclos. Lady Susan ricorda la Marchesa de Merteuil. Entrambe vedove, titolate, con una vita sociale intensa e ciniche conoscitrici dell’animo umano e delle debolezze insite nei sentimenti, nonché abili manovratrici dei loro amanti. L’unica vera differenza tra le due è che mentre la Marchesa de Merteuil ha ereditato dal marito un ragguardevole patrimonio, Lady Susan, che probabilmente aveva sposato un dilapidatore di capitali, si ritrova al verde. Entrambe consapevoli di cosa significhi un matrimonio di interesse (all’epoca il matrimonio era un contratto economico e non ci si sposava in base ai sentimenti) ed entrambe consapevoli che l’amore lo si trova più facilmente fuori dall’unione matrimoniale, hanno imparato a tutelarsi, a dissimulare e a mentire. E lo fanno divinamente. Lady Susan in particolare ha una grazia che incanta e seduce tutti gli uomini (dai più stolti o sempliciotti a quelli che vorrebbero smascherarla). Essendo rimasta senza una lira, Madame Vernon , non più giovanissima ma ancora attraente, non può permettersi di evitare un altro matrimonio e dunque un altro “signore e padrone” (come all’epoca ci si riferiva ai mariti) e nello stesso tempo non vuole rinunciare al suo amante, l’affascinante Lord Manvering.

La Marchesa di Merteuil avendo un patrimonio, si rifiuta categoricamente di sposare il suo amante (che pure la chiede in moglie), mentre Lady Susan, che necessita di un marito ricco per poter continuare a condurre uno stile di vita agiato (all’epoca ad una signora non era concesso lavorare), rifiuta la mano di un giovane fascinoso ma troppo intelligente e quindi incline ai sospetti, per fare una scelta più consona alla sua libertà personale e che le permetta di muoversi come meglio le aggrada. Ovviamente, per quelli che non conoscono la vicenda, non rivelerò di cosa si tratta perché sarebbe un pessimo modo di rovinare il finale del film.

Bravi anche gli altri attori: Chloe Sevigny  e il grande Stephen Fry in particolare.

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