IL GRANDE MASSACRO DEI GATTI E ALTRI EPISODI DELLA STORIA CULTURALE FRANCESE

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I biscotti della nonna. Le lenzuola della nonna. Le favole della nonna.

Ecco, le favole della nonna, o di Mamma Oca come le chiamava Perrault.

Ve ne racconto una.

E’ tratta da Charles Perrault, “Contes de ma mère l’Oye”, 1697, e citata da Robert Darnton, ne “Il grande massacro dei gatti e altri episodi della storia culturale francese”, Milano, Adelphi 1988.

Un boscaiolo si imbatte al tramonto in un povero mendicante.

Anche il boscaiolo è male in arnese e nella sacca non ha che una crosta di pane, ma di buon cuore la cede al mendicante, che in realtà è San Pietro che per ricompensa gli promette di esaudire tre suoi desideri. Tornato a casa, il boscaiolo rimugina che cosa desiderare e intanto gli viene fame, così desidera un cotechino caldo.

Quando il cotechino gli appare sul piatto, la moglie si infuria per il desiderio sprecato e gliene dice di tanti colori che il boscaiolo desidera che il cotechino le cresca sul naso.

Ma poi di fronte a una moglie che oltre a essere bisbetica ora è anche sfigurata, desidera che riprenda il suo aspetto normale.

Così, “sprecati” i tre desideri, entrambi si ritrovano come prima attorno al tavolo con una crosta di pane.

Non so se vi è piaciuta.

Forse per apprezzarla al meglio ci i vorrebbe il fuoco nel camino, o almeno una stufa. E un gatto acciambellato

In ogni caso, in questo libro, Darnton ha scelto la via per illuminarci sulla sensibilità e i modi di vita del Settecento francese attraverso sei storie, in gran parte basate su inediti documenti di archivio, che qui balzano sulla pagina come altrettanti racconti. Si passa per l’appunto dal «grande massacro dei gatti», feroce vicenda che si svolge nell’ambiente artigiano di Parigi, alle indagini di un ispettore di polizia che sorveglia le attività di scrittori considerati pericolosi per il regime; dalle strategie di Diderot e d’Alembert nel corso dell’immenso lavoro per l’“Encyclopédie” alle singolari reazioni dei lettori allo scrittore che scosse radicalmente la sensibilità dell’epoca: Rousseau. E il saggio iniziale illumina il truculento folklore contadino che fa da sfondo alle grandi fiabe di Perrault e Madame d’Aulnoy.

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