Nel cuore di Parigi, vigila sull’Ile de la Cité da oltre 850 anni. E’ la cattedrale di Notre-Dame, capolavoro dell’arte gotica, icona della Ville lumière, testimone di gran parte della storia della Francia, luogo di culto tra i più visitati al mondo. Pressoché il mondo intero conosce questa spettacolare opera architettonica che si affaccia sulla Senna, ma meno noti sono alcuni “segreti” del passato che la riguardano.
Soddisfiamo le curiosità innanzitutto dicendo che la prima pietra posata nel 1163 per la sua costruzione non fu in realtà la prima. Non meno di quattro chiese si sono succedute in quell’area dell’Ile de la Cité: una chiesa paleocristiana del IV secolo dedicata a Saint-Étienne, una basilica merovingia, una cattedrale carolingia e una cattedrale romanica. Le pietre del passato vennero riutilizzate per erigere l’attuale Notre-Dame e fu data una seconda vita alle decorazioni antiche, come per esempio alla Vergine in maestà del portale del timpano di Sant’Anna, capolavoro del romanico.
Molti secoli dopo, durante la Rivoluzione, la cattedrale parigina fu travolta dall’ondata di violenza e accadde un evento assai singolare: le statue della galleria dei re di Giudea, sopra il portale, sparirono e furono decapitate. I Sanculotti infatti pensavano ritraessero i re di Francia. Così si è dovuto attendere il 1977 per ritrovarne 21 (delle 28 teste) nel cantiere di un palazzo del 9° arrondissement. Nel frattempo, il portale era stato restaurato e copie delle teste dei re di Giudea presero posto degli originali che oggi sono esposte al museo di Cluny, il museo nazionale del Medioevo,
Come si diceva la forza impetuosa e incontrollata della Rivoluzione la devastò, al punto che fu trasformata in magazzino, ma l’edificio era così mal ridotto che si pensava addirittura di demolirlo. Ma sia Napoleone I (che qui venne consacrato imperatore nel 1804) che Victor Hugo, che dedicò proprio a Notre-Dame un suo romanzo, si ersero a paladini, salvandola. Così nel 1845, un vasto programma di restauri venne affidato all’architetto Eugène Viollet-le-Duc.
A proposito di Viollet-le-Duc, ecco un’altra curiosità. Le statue dei 12 apostoli che circondano il campanile della cattedrale sono state tutte realizzate durante i restauri affidati a questo architetto, nello stile del XII secolo. Ma questi si è permesso un tocco di audacia narcisistica, inserendo un viso intruso fra gli apostoli. Ha infatti rappresentato se stesso nel San Tommaso che contempla la sua opera…non a caso, visto che San Tommaso è il patrono degli architetti!
Ma le curiosità collegate all’estroso architetto non finiscono qui. Mentre le gargouilles dall’aspetto di animali fantastici che prolungano le grondaie risalgono al Medio Evo, le chimere che popolano le parti più alte dell’edificio sono nate proprio dalla fantasia e dalle letture di Viollet-Le-Duc. La più famosa di queste strane creature diaboliche, la Strige, “l’insaziabile vampiro”, allegoria della lussuria, è ispirata da un’incisione di Charles Meryon ed è diventata uno dei simboli dell’immaginario della capitale.
Infine, l’ultimo dei segreti sta nel punto più alto della cattedrale. In cima al campanile (ricostruito nel XIX secolo) fa capolino un gallo che non è una banderuola come vien da pensare. Dal 1935 contiene una reliquia di San Denis, una di Sainte Geneviève (Santa Genoveffa) e persino un frammento della Sacra Corona di spine portato in città da San Luigi nel 1239. Monsignor Verdier, all’epoca arcivescovo di Parigi, ne aveva voluto fare una sorta di parafulmine spirituale per proteggere i fedeli!
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