Vestita di gocce
acqua fine del mattino,
lustrata d’ effimeri ovali
gonfi d’ etereo azzurro:
tra steli flebili e cullanti
trama che oscilla
si gonfia di nulla e si ferma
intagliata di luce al toccar della pelle:
tra spalancate ciglia ti osservo.
Sei tappeto volante più antico
linea logica e viscosità contorta,
a lato del sentiero che non rispetti.
Ridici ancora al mio mondo
che ovunque la serie è completa
che sempre lo schema frattale si compie
che anche tra steli anoressici e glabri di giunco
tra opposte intersezioni da seritteri oscillanti
non trova la fine.
Siete tappeti di morte
per brevi sogni volanti al mattino,
per atomi e forme,
forse,
da me,
nell’ ordito del mondo,
non così diversi.