In quest’era contemporanea dello smart working sempre più professionisti e aziende scelgono di lavorare nei coworking. Si tratta spazi lavorativi condivisi che permettono non solo di abbattere i costi fissi di gestione e di ottimizzare le spese, ma anche crescere professionalmente e personalmente grazie alle possibilità di confronto con gli altri membri della comunità, i coworker.
Il primo spazio di coworking propriamente detto è nato negli Stati Uniti nel 2005. L’idea fu del programmatore informatico freelance Brad Neuberg che diede forma al primo spazio di lavoro condiviso in cui ospitare quei freelance stanchi come lui di lavorare a casa da soli. Vide luce così la Hat Factory di San Francisco.
Ma fu veramente una novità o l’idea è ereditata dal passato?
In proposito arriva una rivendicazione singolare dalle Fiandre. La contea belga ricorda che gli spazi di coworking esistevano già ai tempi di Rubens!
Come molti artisti, Rubens –che visse a cavallo tra il XVI e il XVII secolo- amava lavorare in uno spazio/laboratorio che riuniva vari specialisti.
Il grande maestro barocco lavorava con pittori paesaggisti come Jan Wilders e Lucas van Uden, con pittori specializzati in nature morte o in scene naturali come Frans Snijders, o in animali e caccia come Paul de Vos. E poi c’erano i suoi allievi: Anthony van Dyck era uno di loro.
Ecco dunque perché l’Ente del Turismo di Anversa suggerisce di visitare la Casa di Rubens per scoprire l’eccellenza del Maestro anche come imprenditore culturale.
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immagine SELFPORTRAIT, P.P. RUBENS – © ANTWERPEN RUBENSHUIS COLLECTIEBELEID