In tema di paesaggio naturalistico il territorio bolognese può vantare un ragguardevole ventaglio di proposte. In primo luogo viene alla mente il ricco patrimonio di parchi: dal Parco di Villa Ghigi e i Giardini Margherita, indiscusso polmone verde della città, al Parco del Corno alle Scale, che si immerge nei saliscendi dell’Appennino, fino all’Oasi la Rizza e il Parco della Vena del Gesso Romagnola, che si distendono sulla pianura e sul territorio di Imola.
In questi panorami di quiete si sgomitolano numerose vie da percorrere a piedi o in bici. Una di queste è la ciclovia del Navile, ideale per trascorrere qualche ora all’aperto tra bellezze naturalistiche e gioielli di archeologia industriale. Si tratta di un percorso ciclopedonale che costeggia le sponde dell’omonimo canale, con partenza dal centro di Bologna e arrivo nel comune di Bentivoglio.
Questo piccolo borgo (traguardo della pedalata) deve il nome all’antica signoria Bolognese che qui costruì una delle tante dimore di campagna di proprietà, costituita dal Palazzo Rosso e dal Mulino Pizzardi. Il primo, così denominato per il colore dei mattoni con cui fu costruito, è uno dei più noti esempi dell’Æmilia Ars, il Liberty delle campagne bolognesi. Edificato alla fine dell’800 per volontà del marchese Carlo Alberto Pizzardi è noto per le splendide pitture murali, in particolare le pitture che affrescano la Sala dello Zodiaco.
Il Mulino Pizzardi, contiguo al Palazzo Rosso, è invece un’interessante testimonianza dell’attività agricola locale, un esempio di archeologia industriale, un’istantanea sull’attività molitoria. Le origini del mulino risalgono alla metà del 1300, tempo in cui aveva un ruolo cardine dell’attività economica della bassa pianura bolognese. Nella seconda metà del Quattrocento passò nelle mani del signore di Bologna, Giovanni II Bentivoglio. La famiglia Pizzardi lo acquistò nel 1817, insieme al vasto complesso di edifici e attività che via via era sorto tra i due rami del canale Navile. Dopo anni di attività segnati da alti e bassi, l’ultimo proprietario (il marchese Carlo Alberto) diede vita a un programma di modernizzazione del Mulino, ampliando l’edificio e facendo installare nuove macchine per la lavorazione dei cereali, ma nei primi anni Settanta del secolo scorso si arrivò alla sua chiusura definitiva.
Ma ritorniamo alla nostra pedalata lungo la ciclovia che segue il cammino del canale Navile, per svelare l’antica e interessante storia di questo corso d’acqua.
L’origine del Navile è molto antico e probabilmente già in età romana ne esistevano delle tratte navigabili. Il canale fu costruito tra la fine del 1100 e l’inizio del 1200, collegando in origine Bologna a Venezia. Come è facilmente immaginabile quest’opera fu fondamentale per lo sviluppo di questo territorio. Rappresentava, infatti, una fondamentale via di collegamento commerciale, essendo navigabile fino al mare grazie alle chiuse e alle ulteriori opere idrauliche realizzate lungo il suo percorso. Rimase in uso fino al secondo dopoguerra e, come abbiamo appena raccontato, lungo le sue rive si stabilirono insediamenti produttivi che sfruttavano l’energia prodotta dall’acqua.
Oggi il tracciato dei suoi 35 Km è percorribile in buona parte della sua lunghezza. Lungo la strada è possibile visitare il Museo del Patrimonio Industriale che documenta la storia economico-produttiva della città di Bologna e del suo territorio dall’Età Moderna a quella Contemporanea.