Trascorrendo, come molti miei coetanei, parte del mio tempo libero sui social, non ho potuto fare a meno di imbattermi nel nuovo fenomeno mediatico di portata globale: tik tok e le sue star da milioni di followers. Se ne parla molto anche e soprattutto tra chi, per età o per orizzonti di riferimento, non li segue direttamente.
Si tratta spesso di critiche feroci per una presunta mancanza di abilità e doti artistiche dei loro protagonisti. La curiosità e il mio spirito polemico sono stati pertanto abbastanza solleticati da spingermi a guardare alcuni video di tre tiktokers (penso si dica così) tra i più seguiti al mondo.
Accostandosi ai nuovi confini dello show business sul web non si può fare a meno di incontrare la diciassettenne americana Charli D’Amelio, vera icona da oltre centoventi milioni di followers. Nei suoi video, veri e propri sketch rapidissimi in linea con i format più diffusi di questo social, Charli mette in luce le sue doti di ballerina moderna con una certa cura nell’aspetto coreografico. Pur giovanissima, ai miei occhi da incompetente – con tuttavia una discreta conoscenza dei varietà televisivi di un tempo e delle sue soubrette, la ragazza sembra davvero brava. Sicuramente non inferiore a mille altre viste nel corso di decenni nei programmi di cui sopra. Lo stile è infatti il medesimo: popolare, d’effetto – per altro immediato – e influenzato da tutte le tendenze pop del momento . A questi aspetti Charli aggiunge qualche siparietto divertente e in alcuni casi non si esime da appelli di carattere politico, come l’adesione al “Black lives matters”.
La seconda star è Bella Poarch, forse più innovativa della prima nel genere di performance che propone. Possiede sicuramente la fenomenale capacità di utilizzare il suo corpo e il suo volto per creare personaggi o per sottolineare voci e musiche fuori campo. E’ davvero straordinario come si riesca a trasfigurare in viventi figurine manga aggressive oppure sexy o al contrario possa apparire come la ragazzina della porta accanto, senza comunque rinunciare a modi di dire o atteggiamenti da bad girl di strada.
Si propone come una ragazza comune che sa comunque vestire i panni delle eroine tipiche dell’immaginario dei giovani d’oggi. Ventiquattrenne americana di origini filippine, sicuramente mette in mostra doti da teatrante, soprattutto nella sapiente mimica del volto. Lascia intendere che abbia studiato recitazione. Negli ultimi tempi ha abbandonato la sovrapposizione a voci e musiche altrui per dedicarsi in prima persona al canto. Anche in questo caso è probabile che ci siano dietro anni di preparazione.
Oggi sta riscuotendo un grande successo mondiale, anche sui media più tradizionali, con alcuni brani confezionati su misura per lei. Si può ricavare anche qui una considerazione simile a quella fatta per la D’Amelio: alla fine, non è certo inferiore alle centinaia di cantanti pop che ci siamo sorbiti nei decenni.
L’ultimo campionissimo di tik tok in cui mi imbatto è, inevitabilmente, il ventunenne di Chivasso, Khabane Lame. A lui si deve la mia curiosità, per le mille polemiche che, nel nostro provincialissimo Paese, attira sui social più comuni e sulla carta stampata. Non riesco a non pensare che molto sia dovuto al fatto che sia nero. Naturalmente è difficile ammetterlo, molto più semplice è additarlo per la sua presunta mancanza di alcun talento. Diverso il discorso nel resto del mondo dove infatti riscuote un successo paragonabile alle altre due, con oltre cento milioni di followers, raggiunti proprio in questi giorni. Tra questi anche numerosi Vip internazionali che da qualche tempo hanno cominciato a fare capolino nei suoi video. La sua è una comicità che possiamo definire “di grado zero”, immediata e comprensibile ai più.
Si tratta di gags in cui prende in giro il linguaggio stesso dei social, soprattutto per la moda di fare tutorial su tutto, all’insegna spesso dell’inutilità e della stupidità. Khabane lo fa con una grandissima mimica facciale e con pochi semplici gesti che sono diventati iconici a livello globale.