C’è chi durante il lockdown ha imparato a cucinare, chi ne ha approfittato per leggere, chi per recuperare i rapporti familiari, ma anche chi ha provato a distruggerli definitivamente … e poi c’è Elisa Casseri che, invece ha deciso di intraprendere un vero e proprio “Grand tour sentimentale”.
E’ questo, infatti, il titolo del suo libro recentemente pubblicato dalle edizioni Solferino. Si tratta di Un viaggio-inchiesta, dolce, crudo, sexy, tragicomico, sugli italiani e l’amore, nato appunto durante il lockdown, e che quindi ha la casa come metaforico filo conduttore. Novanta storie hanno preso vita nelle stanze delle case in cui gli intervistati erano confinati nell’indimenticabile e assurda primavera del 2020.
Un libro particolarmente interessante perché testimonia, in qualche modo, il bisogno di esprimere le proprie sensazioni e i propri sentimenti delle persone in un momento così particolare e per molti carico di tensioni, paure e d incertezze.
Prendendo spunto da questo testo, proverò a cimentarmi anch’io sul tema. Con un mini tour però tra i libri che indagano appunto sui sentimenti in questo momento storico così caotico e instabile.
Escludendo quindi grandi classici sull’argomento – come “L’arte di amare” di Erich Fromm o “Frammenti di un discorso amoroso” di Roland Barth – cercherò di soffermarmi ovviamente su pubblicazioni recenti.
Oltre al “Grand Tour sentimentale”, infatti, in questo periodo diversi altri titoli sono approdati in libreria. Evidentemente il lockdown è stato foriero di meditazioni e riflessioni in quest’ambito. Ne prenderò in esame solo alcuni però, tra quelli più curiosi e rappresentativi.
Direi intanto che tra i temi più trattati, al primo posto campeggia quello sul tradimento. “Due corna e una capanna” è, tanto per fare un esempio, il testo nato da un programma radiofonico condotto da Andrea Marchesi e Michele Mainardi. Per anni i due conduttori hanno raccolto, all’interno della loro trasmissione le confessioni di ascoltatrici e ascoltatori. Il risultato è una varietà incredibile di tradimenti d’ogni sorta: grandi, piccoli, buffi, maldestri perfino divertenti.
Anche Massimo Recalcati ha trattato il tema del tradimento. “Non è più come prima” è, infatti, il titolo del suo ultimo saggio e, come specificato in copertina, si tratta di un “Elogio del perdono nella vita amorosa” (edito da Raffaello Cortina). Ovviamente, essendo lui uno psicanalista, la prospettiva e il taglio differiscono completamente rispetto al testo di cui sopra. D’altronde Recalcati è già stato anche conduttore di “Lessico amoroso”, un programma televisivo sul tema dei sentimenti andato in onda su Rai 3 nel 2019.
Già il suo lavoro precedente era, infatti, dedicato alla sfera dei sentimenti. Si tratta “Mantieni il bacio, Lezioni brevi sull’amore” pubblicato l’anno scorso con Feltrinelli.
Districarsi tra i sentimenti non è cosa semplice. Probabilmente perché a non essere semplice è la stessa natura umana. Citando Freud, Recalcati scrive: “Quando si crede di amare un altro in realtà si ama sempre se stessi, si ama la nostra immagine ideale che vediamo riflessa nell’amato o nell’amata. L’innamoramento potenzia il nostro Io, lo accresce; amare è innanzitutto amarsi, trovare nell’altro uno specchio che enfatizza i nostri tratti idealizzati. Per questo”, aggiunge “Freud diffidava dell’amore cristiano per il prossimo; nell’amore umano non vi sarebbe alcun altruismo, ma solo l’esigenza di affermare narcisisticamente il nostro Io attraverso l’altro”.
Da qui, la sua lettura del fenomeno della gelosia maschile che non sarebbe nutrito dalla paura di perdere l’oggetto amato, ma dalla proiezione (sull’oggetto) delle forti spinte al tradimento che invece appartengono inconsciamente (o consciamente) a lui.
Ci sono per carità anche “amori che fanno vacillare la saggezza del cinismo freudiano” spiega ancora Recalcati “dove in primo piano non troviamo l’altro ridotto a specchio narcisistico dell’Io, ma l’incontro con una esteriorità, con l’eteros che viene amato per quello che è — nel suo reale differente — e non per la sua funzione di supporto del mio io ideale. Sono quegli amori che rispettano la distanza, che si nutrono dell’incontro con la differenza, che sanno vivere l’esposizione rischiosa nei confronti dell’altro con generosità e coraggio”.
Ma come diceva il noto scrittore Albert Camus, sono amori rari. Di amori così ne esistono due o tre in un secolo. Viviamo per altro anche in un momento storico in cui sottrarsi alle dinamiche del narcisismo, non sembra essere impresa facile.
A trattare il tema è anche Zygmunt Bauman ne “L’amore liquido” e, anche se non si tratta di un saggio recente (è apparso in libreria nel 2006), resta di fatto un caposaldo della nostra contemporaneità.
Protagonista di questo testo (edito da Laterza) è l’uomo della modernità liquida, cioè di quella fase dell’età contemporanea che si caratterizza per lo stato mutevole e instabile di ogni sua forma organizzativa (famiglia instabile, ricomposta, multipla, informale; denatalità – lavoro precario, intermittente etc).
Uomini e donne si sentono per lo più disperati perché abbandonati a se stessi spiega l’autore: “si sentono degli oggetti a perdere, che anelano la sicurezza dell’aggregazionee una mano su cui poter contare nel momento del bisogno, e quindi ansiosi di instaurare relazioni ma sono al contempo timorosi di restare impigliati in relazioni ‘stabili’, per non dire definitive, poiché paventano che tale relazione possa comportare oneri e tensioni che non vogliono né pensano di poter sopportare e che dunque possano fortemente limitare la loro tanto agognata libertà di … si, avete indovinato, di instaurare relazioni”.
Tornando a testi più attuali, l’ultimo che segnalerei, anche perché un po’ più leggero dei precedenti è “La testa e il cuore” di Simonetta Fiore, pubblicato da Guanda: un’interessante tour tra i ricordi e gli aneddoti di coppie famose. Ci sono ovviamente Fabrizio De Andrè e Dori Ghezzi, Dario Fo e Franca Rame e ancora Mariangela Melato e Renzo Arbore per non parlare di Giorgio Gaber e Ombretta Colli ma anche Luis Sepúlveda e Carmen Yáñez o Julian Barnes e Pat Kavanagh. Insomma, trenta rapporti, uno diverso dall’altro, raccontati con dovizia di particolari e di immagini a volte gioiose, a volte drammatiche ma anche molto tenere e divertenti.