Italo Calvino, ligure d’origine ma nato a Santiago de Las Vegas, ebbe con la Città di Torino una profonda sintonia, per “il vivere temperato di ironia, di intelligenza chiarificatrice e razionale”. Qui giunse nel dopoguerra iscrivendosi all’Università e dopo la laurea, proseguì con l’attività giornalistica all’Unità e poi con quella editoriale all’Einaudi.
Entrambe gli diedero l’occasione per inserirsi in un panorama culturale unico e peculiare, dove non solo la scrittura, ma anche l’arte e la musica ebbero un’importanza fondamentale. A ripercorrerne le tappe e alcuni aspetti inediti o meno conosciuti, saranno (sabato 23 settembre dalle 15 al Castello di Miradolo, in provincia di Torino), Enrica Melossi, allora giovane iconografa e Andrea Basevi, musicista e compositore.
L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Cosso, nel centenario della nascita del grande scrittore, si intitola, non a caso “Italo Calvino, immagini e note a piè di pagina”.
Enrica Melossi ripercorrerà, sul filo della memoria, gli anni einaudiani, ricostruendo anche la rete dei suoi rapporti con i pittori piemontesi a cui dedicò note preziose, quali ad esempio Chessa, Sobrero, Scroppo, Paolini e Paolucci. Basevi invece parlerà del rapporto di Calvino con la musica.
Particolarmente significativo fu, infatti, il suo rapporto con il gruppo Cantacronache fondato a Torino da numerosi musicisti e intellettuali nel 1957 – al quale parteciparono anche Emilio Jona e Franco Fortini insieme ad altri noti personaggi non solo torinesi. Il gruppo verteva soprattutto sull’importanza del recupero delle tradizioni popolari. Info su www.fondazionecosso.com