Sulla procreazione medicalmente assistita (PMA) si sa poco e niente poiché nessuno o quasi ne parla. Persino le coppie che ne fanno ricorso, spesso evitano di comunicarlo ad amici e parenti per evitare di incorrere in pregiudizi, luoghi comuni o commenti infelici.
“Molti ancora mi domandano se è legale” dichiara, infatti, la giornalista Raffaella Serini che sull’argomento ha scritto un libro inchiesta molto esaustivo che sarà presentato venerdì 31 gennaio alle 18,30 al Circolo dei lettori (via Bogino 9). Il libro, recentemente pubblicato dalle edizioni Mimesis si intitola “Come nascono (davvero) i bambini”.
Un titolo decisamente azzeccato se si pensa che in Italia, una coppia su cinque non riesce ad avere figli in maniera naturale e, dal 2004 (anno in cui è stata approvata la legge che regola la PMA nel nostro paese) più di 217.000 bambini sono nati per mezzo di questo metodo. Per accedere ai trattamenti, molti si recano anche all’estero, dove questo tipo di procedimenti sono più evoluti e aperti anche a single e a gay. Nella definizione del Ministero della salute risulta chiaro che la PMA è un aiuto e un sostegno al concepimento e non una sostituzione a questo.
Eppure nelle tante vicende riportate nel libro non c’è solo il percorso clinico da affrontare. C’è anche la paura di non farcela, il dolore per gli insuccessi (anche in un percorso assistito è molto difficile rimanere incinte al primo tentativo), il rischio che la coppia si sfaldi o entri in crisi e naturalmente gli altrui giudizi e i pregiudizi da sfatare. In primis il mito secondo il quale generare debba essere una cosa assolutamente naturale, per cui se non si riesce a farcela con le proprie forze, ci si dovrebbe rassegnare, soprattutto se non si è più tanto giovani. In tal senso ad essere messe sotto accusa sono soprattutto le donne, come se oggi, nella nostra società, si potesse davvero ancora scegliere di mettere al mondo un figlio intorno ai vent’anni, l’età cioè in cui, fisiologicamente parlando, la fertilità è al suo apice.
E’ la nostra società ad essere strutturata in modo tale per cui mettere su famiglia da giovani è difficile: prima ci sono gli studi, la ricerca del lavoro, l’assestamento economico etc. Durante l’incontro si approfondiranno per tanto i molti aspetti di questa realtà, da quelli tecnici ed economici a quelli medici e psicologici, domandandosi anche che cos’è una famiglia? E che cosa significa essere genitori?